Freeride non è per tutti e come dimostrato puo’ costare la vita

Tra il 26 ed il 27 dicembre 7 persone hanno perso la vita in Val Lasties a causa di una valanga provocata da un fuoripista. Oltre alle 2 persone che stavano sciando e che hanno provocato la valanga hanno perso la vita anche i 4 soccorritori partiti da Canazei per salvare la vita agli sciatori. Sono morti a causa di un’altra massa di neve che li ha travolti mentre stavano per recuperare i corpi, solo uno di questi soccorritori è sopravvissuto perché la neve l’ha fatto rimbalzare fuori.

Lo stesso giorno ha perso la vita un ragazzino a Solda mentre faceva fuori pista, diversi altri sciatori sono stati dati per dispersi su tutte le Alpi italiane.

La settimana scorsa Alpi erano reduci da abbondanti nevicate sopra i 2000 metri, neve compatta e bagnata quindi pesante. Durante il giorno la temperatura è compresa fra 1 e 4 gradi. Questo significa grandi masse di neve pesante in scioglimento, insomma allerta valanghe a livello 3 (la più alta!)

Altre slavine, senza vittime e dispersi, si sono registrate sulla Marmolada e su altre valli dolomitiche, quasi tutte causate da sciatori o snowboarder freerider.

Al termine “fuori pista” bisognerebbe preferire free ride, il termine che loro amano di più “se le loro imprese finiscono bene”

Sono sempre di più i giovani se non ragazzini che vogliono emulare le gesta dei grandi riders americani che si lanciano da cime altissime, apparentemente fregandosene del pericolo.

Ispirati dai video di youtube o da film come This i sit this is all, si sentono come i pro Nitro o Battleon e vanno alla ricerca della migliore discesa fuori pista, meglio ancora se molto pericolosa.

Quello che gli sfugge è che i PRO dei film o quelli che vediamo nei contest a Cervinia, Livigno o Val Senales non sono li da 2 giorni ma hanno alle spalle tanta esperienza e sono affiancati da un team che si occupa di analizzare le condizioni meteo, le temperature, la consistenza della neve  prima di farli scendere!

Per fare freeride prima della bravura ci vuole testa, bisogna capire dove sta il limite, bisogna analizzare bene le previsioni meteo e le allerte valanghe e portare con se la giusta attrezzatura.

Domenica le vittime sono state 8 e 8 famiglie stanno piangendo i loro figli morti a causa della superficialità che ha portato 2 delle vittime a sfidare la montagna.

Prima di fare freeride è meglio pensarci 100 volte e non lanciarsi se non ci è informati e non si è attrezzati!

Una surfata puo’ costare la vostra vita e quella degli altri! Pensateci!

3 Commenti Popolari
  • Salve,

    sono d’accordo, però bisogna anche fare in modo che il bolettino giunga ai giovani. Sui sette uffici italiani che pubblicano il bollettino delle valanghe, nessuno ha i feed RSS. Occorre adeguarsi ai nuovi mezzi di comunicazione che usano i giovani (facebook e twitter), in modo che possano ricevere il bollettino sulla loro bacheca.

    s

    • Giusto Stefano,
      pensa se ci fosse una newsletter oppure una applicazione di facebook che manda un messaggio quando c’è una allerta valanghe…

      Però ritengo ci sono anche tanti giovani che se ne fregano!

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