La pista del Lauberhorn ,a cui è collegato il trofeo omonimo, è sede di una tradizionale competizione dello sci alpino, che si svolge con cadenza annuale, nella località svizzera di Wengen. Dal 1930, infatti, si disputa la gara di discesa libera, considerata, sin dalle origini, una delle più belle del circuito della coppa del mondo.
Perciò quando si parla di Lauberhorn si pensa immediatamente alla pista di discesa libera, che, con i suoi 4.480 metri circa, è la più lunga in assoluto della Coppa del Mondo e una di quelle con il tracciato più impegnativo, non solo per la lunghezza, ma anche per la velocità massima che i discesisti raggiungono.
Altre due competizioni hanno luogo sul medesimo pendio: lo slalom speciale e la combinata.
Da venti anni, però, quando si parla di Wegen il pensiero corre, purtroppo, anche al giovane Gernot Reinstadler, che su questa pista perse la vita il 18 gennaio 1991. Reinstadler era uno dei talenti emergenti della squadra austriaca, aveva disputato due edizioni dei Mondiali juniores e a ventuno anni stava cercando di guadagnarsi il suo posto in prima squadra.
La sua carriera, però, finì su questa pista, durante la prova cronometrata della discesa di Lauberhorn: dopo essere partito forte e aver superato i passaggi più ostici della pista (il salto di Russi, la Minsch-Kante, il tunnel della stazione, l’Haneggschuss, il Silberhornsprung), quando ormai il traguardo è vicino, Reinstadler valuta erroneamente la traiettoria dell’ultimo salto e si schianta contro le barriere di protezione. Nonostante la corsa in ospedale e l’operazione, le fratture al bacino e i traumi subiti sono molto gravi e il giovane muore nella notte.
Quell’anno la corsa non si disputò e nelle edizioni successive si modificò il tracciato per prevenire ulteriori incidenti. Sul punto dell’incidente è presente una targa commemorativa, in ricordo dello sciatore.
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