Il vulcano Islandese influenzerà il prossimo inverno?

Dal 20 marzo il vulcano Islandese Eyjafjöll si è risvegliato e continua senza interruzioni la sua attività vulcanica.

Il vulcano è diventato famosissimo per aver bloccato tutti i voli degli scali aerei europei. Le ceneri emesseavrebbero potuto bloccare i motori degli arei facendoli quindi tutti i voli europei sono stati sopressi lasciando nella disperazione passeggeri e trasportatori.

Ora i venti che trasportavano le ceneri hanno cambiato direzione e tutti gli aeroporti hanno rincominciato a funzionare, permettendo così lo sblocco dei trasporti che ha messo in ginocchio diversi settori.

L’eruzione di un vulcano non si limità solo al blocco dei cieli o alle evacuazioni dei territori circostanti ma puo’ portare addirittura a dei cambiamenti nel clima. Quando un vulcano inizia la sua attività emette diverse sostanze nell’atmosfera, ceneri e gas che vanno a creare un sottile strato che indebolisce (in parte) l’irraggiamento solare e di conseguenza puo’ portare ad un abbassamento della temperatura.

Questo “effetto vulcano” sul clima non è una teoria ma è un dato di fatto ed è già accaduto più volte nel corso della vita terrestre, l’evento più significativo si è registrato nel 1815 – Monte Tambora in Indonesia. L’eruzione di questo vulcano ha portato ad un abbassamento delle temperature tale da mitigare l’estate successiva. L’evento ebbe una portata così ampia che l’estate del 1815 fu definita una “non estate”. Il vulcano Indonesiano influenzò il clima anche negli anni successivi portando ad un abbassamento significativo delle temperature segnando così inverni più rigidi ed estati più miti.

Più Freddo e più Neve grazie al vulcano Islandese?

Fare previsioni è sicuramente prematuro ma alcune considerazioni si possono già fare.

Sebbene sia riuscito a bloccare i cieli di tutta europa, il vulcano Eyjafjöll non ha portato un significativo apporto di ceneri nell’atmosfera e la sua attività è stata finora di basso rilievo.

Allo stato attuale i climatologi sono quasi certi che non ci saranno variazioni climatiche, se non nella zona prossima al vulcano.

Per farsi un’idea, l’eruzione del 1815 ha portato ad una emissionie di ceneri (quelle che vanno a creare lo strato “protettivo”) circa 1000 volte superiori rispetto a quelle emesse attualmente dal vulcano Islandese.

E’ da escludere anche un abbassamento termico in vista dell’estate, infatti, il nino andrà ad annullare gli eventuali effetti “benefici”.

Non è però escluso che qualche effetto si possa avere a distanza di alcuni anni.

Niente da fare, purtroppo questa eruzione non porterà (per i dati che abbiamo ora) ad un inverno gelido e nevoso.

Un grande dispiacere per tutti noi!

E se il vulcano continuasse la sua attività?

Se il vulcano continuasse la sua attività per altri 2-3 mesi la situazione verrebbe capovolta. Questo potrebbe portare ad un aumento delle ceneri nell’aria e quindi alla creazione di un manto “protettivo” esteso con conseguenti cali di temperatura.

Per fare questo sarà comunque necessario anche un aumento di attività rapportato alla durata dell’eruzione.

In fine, il fatto di avere ai piedi uno dei più estesi ghiacciai dell’Islanda, non comporterà alcun cambiamento climatico in quanto questo ghiacciaio è solito a sciogliersi e riformarsi a causa delle frequenti colate laviche.

I climatologi sembrano convinti, ma la terra ci puo’ riservare molte sorprese.

Solo a fine stagione si potrà sapere se il vulcano ha inciso o meno “sulle nostre sciate”.

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